Quanti di noi hanno 
  conseguito la patente di guida superando il solo esame di teoria? Nessuno. In 
  Belgio, fino all'introduzione della Licenza di Base, non è mai esistita 
  alcuna forma d'insegnamento pratico su come si fanno i QSO. Dopo l'esame di 
  teoria i nuovi licenziati sono liberi di andarsene sulle bande, con risultati 
  operativi non sempre felici. Per analogia con la patente di guida, immaginate 
  di ottenere l'autorizzazione a circolare sulle strade al volante di veicolo 
  a voi sconosciuto dopo il solo esame di teoria. Questo è esattamente 
  quanto accade ai radioamatori.
  
  Durante i primi anni di attività radioamatoriale l'Autore, come tutti 
  gli esordienti, ha commesso degli errori (ne fa ancora adesso, ma molti di meno). 
  Con questo manuale desidera aiutare i principianti - e non solo loro - ad acquisire 
  rapidamente la padronanza delle bande. Spesso gli errori commessi dall'Autore 
  nascevano dall'ascolto di pratiche operative poco ortodosse messe in atto da 
  alcuni veterani (i cosiddetti old-timers), che tuttavia non sono da biasimare. 
  Non sono mai esistite linee guida chiare relative alle procedure da seguire 
  per comunicare sulle bande radioamatoriali.
  
  Non si deve sottovalutare l'importanza di una buona pratica operativa. Le nostre 
  trasmissioni possono essere captate da chiunque, siano essi radioamatori, ascoltatori 
  d'onde corte, osservatori ufficiali, e così via. L'aspetto tecnico del 
  nostro hobby è una cosa, ma quando usiamo le nostre apparecchiature per 
  stabilire dei collegamenti radio, entra in gioco un secondo fattore: in quel 
  momento rappresentiamo la nostra nazione, un po' alla stregua di portabandiera.
  
  Per operare correttamente 
  su qualsiasi frequenza e in qualsiasi modo bisogna osservare alcune semplici 
  regole. Volete accompagnarmi in questa ricerca della buona pratica operativa?
1. LA LINGUA 
  DEI RADIOAMATORI 
  Imparate la lingua dei radioamatori e familiarizzatevi con essa per impiegarla 
  appropriatamente. Non dite "radio four", ma "readibility four". 
  Prima d'intavolare un QSO dovete acquisire piena padronanza dell'alfabeto fonetico, 
  delle abbreviazioni usate in CW, del codice Q e del codice numerico (73/88) 
  come se fossero una seconda lingua madre. Usate sempre l'alfabeto fonetico nel 
  modo corretto: la lettera A è "Alpha", non "Alabama". 
  Perché? Ne riparleremo al Capitolo 8.
2. ASCOLTARE 
  
  In quanto esordienti nel mondo dei radioamatori, è comprensibile che 
  desideriate iniziare a trasmettere il più presto possibile. Calma! Prendetevi 
  il tempo necessario, rimanete lontano da microfono, tasto CW e tastiera. Tanto 
  per cominciare, familiarizzatevi con tutte le funzioni del ricetrasmettitore 
  prima di provare a trasmettere. Il passaggio dall'ascolto alla trasmissione 
  richiede un'attenzione particolare, perché è lì che si 
  possono commettere i primi errori.
  
In primo luogo, imparate ad ascoltare. Chi prima di tutto ascolta, riuscirà a fare buoni e piacevoli collegamenti con più facilità. Il Capitolo 8 affronta questo importante argomento nei dettagli.
3. USO CORRETTO 
  DEL NOMINATIVO 
  Usate il vostro indicativo di chiamata in modo corretto. Dovete superare un 
  esame impegnativo per poter svolgere l'attività radioamatoriale: dunque 
  siate orgogliosi del vostro nominativo, è unico al mondo. Dal suo uso 
  corretto dipende la legittimità delle vostre trasmissioni. Avete mai 
  ascoltato in VHF il nominativo 4ZZZ? Per quanto ne so io, si tratta di una stazione 
  israeliana, non di un belga il cui indicativo corretto sarebbe ON4ZZZ. Ci si 
  imbatte in questa pratica disdicevole anche sulle bande HF: un nominativo è 
  formato da un prefisso e da un suffisso; per analogia, se vi rubano l'automobile, 
  nella denuncia alla polizia riportate la targa per intero (AB123CD) o solo in 
  parte (3CD)?
4. SIATE 
  CORTESI 
 
  
  Questo è il capitolo più breve ma senza dubbio il più importante: 
  siate cortesi, sempre! Il vostro segnale può essere ascoltato da parecchie 
  persone e organismi governativi. Ne riparleremo al Capitolo 11. Essere cortesi 
  vi può portare lontano, anche nel piccolo mondo dei radioamatori.
5. CONSIGLI 
  PER I QSO TRAMITE RIPETITORE IN VHF/UHF 
  La maggior parte di questo documento è dedicata a situazioni specifiche 
  relative al traffico DX (lunga distanza) sulle bande HF. Molte osservazioni, 
  tuttavia, sono valide anche per quando si lavora sulle bande VHF/UHF.
  
  Il ruolo dei ponti ripetitori in VHF/UHF è in primo luogo quello di aumentare 
  la portata operativa delle stazioni mobili o portatili. Gli operatori da stazione 
  fissa ne devono essere consapevoli: se due stazioni fisse possono stabilire 
  un collegamento in modo diretto, perché mai dovrebbero impiegare un ripetitore 
  per un QSO lungo e verboso?
  
  Chi usa un ripetitore 
  deve considerare che non ne detiene il "monopolio". In realtà 
  questo principio è valido per tutti i QSO su tutte le frequenze. Sulle 
  frequenze non utilizzate da stazioni ripetitrici, è costume seguire la 
  norma del "prima arrivato, prima servito". Sui ripetitori questo principio 
  non deve prevalere: tutti, e soprattutto le stazioni mobili e portatili, devono 
  avere modo di utilizzare questo mezzo particolarmente utile.
  
  Durante un QSO su 
  un ripetitore, al momento di passare il microfono è buona e quasi obbligatoria 
  abitudine fare una breve pausa ("lasciare un attimo di bianco"). In 
  questo modo un'altra stazione ha la possibilità d'intromettere una rapida 
  chiamata o di segnalare il desiderio d'intervenire nel QSO in corso. Se premete 
  il PTT (Push To Talk) in maniera troppo precipitosa, impedite a una terza persona 
  di manifestare la propria presenza. Pensateci!
6. COME SI 
  FA IN QSO? DI COSA POSSO PARLARE? 
  Quanti si avvicinano per la prima volta alle bande radioamatoriali sovente si 
  stupiscono della quantità di QSO che si limitano a un semplice scambio 
  di nominativi e rapporti di ascolto. Naturalmente le cose non stanno sempre 
  così. Io stesso, quando ero agli inizi, non amavo questo tipo di collegamenti, 
  poiché mi piacevano i QSO lunghi e particolareggiati. Ero un vero chiacchierone 
  (ragchewer), e non c'era niente di male in ciò. Tuttavia, nel corso degli 
  anni sono passato da QSO molto lunghi a QSO estremamente brevi. Ciascuno fa 
  come più gli aggrada.
  
  Anche se il nostro è un hobby essenzialmente tecnico, i QSO non devono 
  necessariamente limitarsi alle sole questioni tecniche. Né il radiantismo 
  serve per scambiarsi commenti sulla coltivazione dell'orticello dietro casa. 
  Bisogna mantenere un certo equilibrio, lasciatevi guidare dal vostro buon senso.
  
  Gli argomenti proibiti 
  comprendono la religione, la politica e ovviamente i messaggi pubblicitari. 
  È altresì proibita la radiodiffusione broadcast (trasmissioni 
  unidirezionali di annunci o programmi musicali).
Ecco le norme fondamentali 
  per stabilire una comunicazione con un'altra stazione radioamatoriale:
  
Qualcuno mi ha 
  fatto notare che man mano che i radioamatori "fanno carriera", essi 
  tendono a dimenticarsi che un tempo loro stessi erano stati principianti. In 
  effetti, sovente si possono ascoltare radioamatori che chiamano "CQ DX" 
  sulle bande HF e si sentono rispondere da una stazione "locale", che 
  non offre certo un collegamento a lunga distanza. Nella maggior parte dei casi, 
  la stazione locale viene o ignorata o aspramente redarguita, e lasciata in uno 
  stato di rabbia o sconcerto. Questa è un'arma a doppio taglio. Il principiante 
  dovrebbe capire che non bisogna rispondere a un'altra stazione locale se questa 
  chiama "CQ DX". Dal canto suo, il radioamatore veterano dovrebbe mostrarsi 
  comprensivo e ricordare di quando lui stesso era agli inizi, e commetteva esattamente 
  lo stesso errore perché voleva lavorare una stazione nuova.
  Quando mi trovo in situazioni del genere, di norma passo un veloce rapporto, 
  metto a log la stazione e spiego che in realtà sono alla ricerca di collegamenti 
  DX. Il principiante solitamente capisce l'antifona e la prossima volta farà 
  più attenzione, ma allo stesso tempo è contento di aver collegato 
  un new one
 ed è questo ciò che conta. Perciò date 
  a tutti la possibilità di fare un QSO e non scordatevi dei vostri esordi!
7. COME CHIAMARE 
  CQ? 
  Assicuratevi che la frequenza che intendete usare non sia occupata. Non limitatevi 
  a un semplice ascolto, ma domandate effettivamente se la frequenza è 
  libera. In SSB, dopo essere rimasti in ascolto per qualche momento, per esempio 
  domandate: "Is this frequency in use?", seguito dal vostro nominativo. 
  Se nessuno risponde, ripetete la domanda seguita dal vostro nominativo. Se di 
  nuovo non ottenete alcuna risposta, la frequenza è vostra e potete chiamare 
  CQ.
  In CW e in RTTY trasmettete "QRL?". Alcuni ritengono che un punto 
  interrogativo ("?") sia sufficiente. Non lo è, perché 
  potrebbe generare confusione. Se per caso su quella frequenza è in corso 
  del traffico che voi non riuscite ad ascoltare, qualcuno potrebbe interpretare 
  il punto interrogativo come se steste domandando quale è il nominativo 
  di una stazione attualmente in frequenza. Ne potrebbe scaturire uno scenario 
  "da poliziotti" (Capitolo 12).
  "QRL?" 
  non può essere frainteso, significa che voi desiderate sapere se quella 
  frequenza è libera o no. In questo contesto un punto interrogativo non 
  ha senso e può avere parecchi significati diversi.
In CW, se la frequenza è occupata potrete ricevere una delle seguenti risposte:
Se per caso siete capitati su una frequenza "calda" (soprattutto se usata da una DXpedition o da una stazione DX rara), è possibile che vi rispondano in malo modo. Non prendetevela, non reagite, ma semplicemente spostatevi su un'altra frequenza. Oppure cercate di capire - ascoltando, non domandando - chi sia la stazione DX e provate a lavorala.
Molti problemi possono essere evitati se applicate la regola prima della pratica operativa, sia essa volta alla caccia del DX o no: ascoltate. Questa regola d'oro e la paroletta magica "QRL?" vi terranno fuori dai guai mentre siete alla ricerca di una frequenza libera per lanciare il vostro CQ.
La perfezione si acquisisce con la pratica. Se non siete ancora esperti, esercitatevi ascoltando le altre stazioni. Imparerete presto a separare il grano dal loglio e a sviluppare uno stile vostro, che vi permetterà di mettere a log QSO piacevoli e appaganti.
8. IL PILE-UP 
  
 
  Una volta contagiati dal virus della caccia al DX, vi troverete spesso a dovervi 
  confrontare con il pile-up. Quando una stazione DX rara fa la sua comparsa in 
  frequenza, ben presto accorre un gran numero di persone che desiderano collegarla. 
  Alla fine di ciascun QSO tutti iniziano a chiamare la stazione DX nel medesimo 
  momento, e tutti chiamano sovrapponendosi l'un altro. Questo fenomeno è 
  chiamato pile-up ("ammucchiata").
Non sono solamente i radioamatori residenti in un luogo "raro" a generare il pile-up. Molto spesso vengono organizzate delle spedizioni DX al fine di attivare Paesi (Entità DXCC) nei quali la presenza radioamatoriale è pressoché inesistente, oppure isole disabitate. Il proposito di queste spedizioni è di collegare il maggior numero possibile di stazioni in un arco di tempo limitato. Ovviamente i collegamenti con queste spedizioni devono essere rapidi e brevi, per dar modo a quante più persone di lavorare il new one. Perciò agli operatori impegnati nella spedizione non interessa sapere quale sia il vostro QTH, che tipo di apparati state usando o come si chiama il vostro cane.
Quale è il modo migliore per entrare il più velocemente possibile nel log di una stazione DX rara o di una DXpedition?
ASCOLTARE 
  
 ASCOLTARE 
  e quindi ASCOLTARE encora.
Quelli che non lo sanno fare lo impareranno a proprie spese: ascoltando con attenzione un operatore avrà molte più possibilità di aprirsi un varco nel pile-up e lavorare il DX raro in molto meno tempo.
L'ascolto diligente permette di capire quali siano il modus operandi e il ritmo di lavoro della stazione DX, e se operi in split. Mentre ascoltate, avrete inoltre modo di controllare ed eventualmente regolare i settaggi della vostra stazione:
Spesso capita che questa operazione venga effettuata direttamente sulla frequenza della stazione DX. È un errore grave, perché non solo impedisce a molti di ascoltare il DX, ma può anche provocare la reazione dei cosiddetti "poliziotti" (Capitolo 12).
Spesso si entra in un pile-up in base alle indicazioni di un DX Cluster, senza considerare che a volte la segnalazione (spot) non è corretta. Accertatevi che l'indicativo sia giusto ascoltandolo personalmente: in questo modo eviterete di ricevere la QSL di ritorno con su scritto le temute frasi "NOT IN LOG", "NON EXISTING CALL" o "NOT ACTIVE THAT DAY".
Quando una stazione 
  DX esperta si renderà conto che il pile-up sta diventando ingestibile 
  perché troppe persone stanno chiamando tutte assieme, inizierà 
  a operare in modalità split. Così facendo la sua frequenza di 
  trasmissione resterà libera, e di conseguenza chi chiama non avrà 
  problemi ad ascoltare il suo segnale. Un 
  stazione DX con meno esperienza continuerà a operare in simplex fino 
  a quando sarà costretta ad abbandonare la frequenza, perché non 
  più in grado di controllare il pile-up.
  In una situazione 
  di questo tipo, voi stessi potete avere un ruolo importante: se riuscite a collegare 
  il DX, nel corso del QSO suggeritegli gentilmente che è arrivato il momento 
  di passare in modalità split. Se ce la fate a convincerlo, gli altri 
  DXers ve ne saranno grati!
Ecco come si presentano le varie situazioni di pile-up:
A. PILE-UP IN 
  SSB, MODALITÀ SIMPLEX  
  
  Quale è il modo più efficace per passare su un pile-up in modalità 
  simplex (dozzine di stazioni che cercano di lavorare il DX chiamando tutte allo 
  stesso momento e sulla medesima frequenza)?
Esistono numerose 
  varianti a questo approccio. È un'esperienza che acquisirete solo facendo 
  parecchio ascolto sui pile-up in simplex. Molto dipende dal ritmo mantenuto 
  dall'operatore della stazione DX e dalla sua abilità nel distinguere 
  i nominativi nel mezzo della cacofonia.
  Se chiamate 
  subito dopo la fine del QSO precedente, il vostro nominativo sparirà 
  nel mucchio delle decine di altri operatori che chiamano contemporaneamente. 
  Spesso le stazioni su un pile-up danno il proprio nominativo due, tre o addirittura 
  quattro (!) volte di fila. Nel frattempo, è probabile che la stazione 
  DX abbia già risposto a qualcuno, ma nessuno è riuscito a udirla 
  a causa di coloro che chiamano in continuazione, senza ascoltare.
  Se invece 
  aspettate più o meno 7 secondi, la maggior parte di quanti stanno chiamando 
  sul pile-up si fermerà un attimo per riprendere fiato e sarà quello 
  il momento giusto per dare il vostro nominativo, una volta sola. Quindi, ASCOLTATE.
L'operatore della 
  stazione DX si aspetta di ascoltare non solo le parole corrette, ma anche dei 
  suoni ben precisi e un numero definito di sillabe. Se, a causa del QRN o altri 
  disturbi, una sillaba va perduta, l'operatore sarà spesso in grado di 
  completare la parte mancante di una parola, perché ne ha riconosciuto 
  il suono e alcune sillabe.
  I giochi di parole sul proprio nominativo che sovente si ascoltano in VHF/UHF 
  possono essere divertenti, ma non sono efficaci sul pile-up.
Esempi:
  QRZ, XU7ACV
  (cacofonia... 7 secondi di attesa)
  ON4ZZZ
  ON4ZZZ, you are 59, QSL?
  QSL, 59
  Thanks. QRZ, XU7ACV
  
QRZ, XU7ACV
  (cacofonia... 7 secondi di attesa)
  ON4ZZZ
  4ZZZ, you are 59, QSL?
  ON4, ON4ZZZ, 59, QSL?
  ON4ZZZ, QSL, thanks. QRZ, XU7ACV
B. PILE-UP IN CW, MODALITÀ SIMPLEX
Le 
    medesime considerazioni di cui sopra sono valide anche per un pile-up in CW 
    in modalità simplex.C. PILE-UP IN 
  RTTY (E ALTRI MODI DIGITALI), MODALITÀ SIMPLEX 
  In questo caso, trasmettere il vostro indicativo per una sola volta non sarà 
  sufficiente. Due volte è consigliabile e, a seconda dell'abilità 
  dimostrata dall'operatore DX nel prendere i nominativi, può essere necessario 
  trasmetterlo per tre volte consecutive. Il segreto è chiamare al momento 
  giusto, nella speranza che la stazione DX si sbrighi a passare in modalità 
  split!
D. PILE-UP IN 
  SSB, MODALITÀ SPLIT  
  
  L'operatore della stazione DX lavora in modalità split, che sollievo! 
  È veramente una liberazione, perché operando in split si mettono 
  a log molti più QSO rispetto al simplex.
Come si fa a entrare nel log di una stazione DX che opera in questa modalità?
Alcuni radioamatori lo fanno apposta e si divertono a tentare di "bucare" il pile-up con una sola chiamata.
Ascoltare per alcuni minuti prima di chiamare permette di:
A questo punto:
Se metterete in pratica i punti fin qui illustrati, potete scommettere che di solito vi sarà facilissimo chiamare al momento giusto e sulla frequenza giusta. E no, non avrete bisogno di un kilowatt per riuscirci.
Ancora una volta: 
  quando la stazione DX risponde a un nominativo compreso solo in parte e che 
  non corrisponde al vostro, state zitti e non fiatate. Questo è un punto 
  molto importante, sul quale bisogna insistere. Anche durante un'operazione in 
  split, se chiamate quando non è il vostro turno, rischiate d'interrompere 
  un QSO e ridurre la velocità e il ritmo della stazione DX. Anche se sentite 
  altri comportarsi così, voi non fatelo!
  Se invece di chiamare rimanete in ascolto, avrete la possibilità di capire 
  chi la stazione DX stia lavorando e su quale frequenza.
È consigliabile chiamare dando il proprio nominativo una volta sola. Se l'operatore DX non è particolarmente abile, potrebbe essere necessario trasmettere il proprio nominativo per due volte - ve ne renderete conto sul momento. In ogni caso, due volte è il massimo, tre è da escludere: mi sto ripetendo, ma è un punto importante.
Gli stili operativi delle stazioni DX possono variare, e alcuni potrebbero esservi più graditi di altri. Per esempio, alcuni operatori lavorano "per numeri" per assottigliare il pile-up. Se il numero "in lavorazione" non corrisponde a quello del vostro prefisso, state zitti e non fiatate!
E. PILE-UP IN CW, MODALITÀ SPLIT
F. PILE-UP IN RTTY (E ALTRI MODI DIGITALI), MODALITÀ SPLIT
9. IL TAIL-ENDING 
  
  Una ventina di anni fa è comparsa una nuova tecnica operativa chiamata 
  tail-ending, intorno alla quale sono sorte controversie non ancora sopite.
Che cosa è 
  il tail-ending? Grazie all'introduzione del secondo VFO (dapprima esterno, poi 
  incorporato nel ricetrasmettitore), lavorare in split è diventato abituale 
  in presenza di stazioni e spedizioni DX. Il DXer ascolta attentamente sul secondo 
  VFO la stazione che in quel momento sta collegando l'operatore DX: non appena 
  capisce che il QSO sta per finire (i nominativi e i rapporti sono stati copiati 
  correttamente), il DXer "calpesta la coda" della stazione che sta 
  ancora concludendo il collegamento (cioè trasmette il proprio nominativo 
  sulla parte terminale del QSO altrui, mettendo così in pratica il tail-ending). 
  Se il segnale del DXer è robusto quanto basta a sovrastare quello dell'altra 
  stazione, l'operatore DX può prendere nota di quel nominativo e chiamarlo 
  immediatamente dopo aver terminato il QSO precedente.
  L'idea alla base del tail-ending è che in questo modo si risparmia tempo 
  e si mette a log un maggior numero di QSO. Tuttavia solo pochi operatori sanno 
  come praticare il tail-ending in modo corretto: nella maggior parte dei casi 
  la "coda" viene "calpestata" prematuramente, e in questo 
  modo il QSO in corso viene disturbato con conseguente perdita di tempo (la stazione 
  DX non riesce a copiare il nominativo per intero e dunque bisogna ripeterlo, 
  e così via).
  
Al giorno d'oggi assistiamo a un diffuso peggioramento della disciplina sulle bande radioamatoriali. Molti operatori già ritengono sia normale chiamare su un QSO ancora in corso; se in aggiunta sentono che l'operatore DX chiama la stazione successiva omettendo il "QRZ?" preliminare, ci si può ritrovare in una situazione di caos generale.
Tail-ending sì o no? Al giorno d'oggi il buon senso inclina per il no.
10. LE FINESTRE 
  DX 
  Le Amministrazioni nazionali stabiliscono quali bande di frequenza possono essere 
  usate dai radioamatori. Nella maggior parte dei casi, però, non indicano 
  i modi di emissione da impiegare sulle varie frequenze. A disciplinare questa 
  materia in modo coordinato interviene il Band Plan IARU. Il piano delle frequenze 
  della Regione 1 prevede due segmenti in 80 metri (3500-3510 kHz e 3775-3800 
  kHz) nei quali viene data priorità ai collegamenti intercontinentali 
  (DX), e una frequenza in 20 metri (14195 +/- 5 kHz) nella quale dare priorità 
  alle spedizioni DX. In aggiunta a queste, esistono alcune frequenze DX de facto, 
  dove di solito si possono trovare le spedizioni DX e le stazioni DX rare. Sono 
  le cosiddette "finestre DX", ed è importante non solo sapere 
  che esistono, ma anche rispettarle.
In passato sono stato attivo dall'Africa centrale con una stazione a bassa potenza e volevo dare il new one raro al maggior numero possibile di radioamatori. Per questo motivo, quando si trattava di lanciare il mio CQ, cercavo sempre uno spazio libero in una finestra DX, perché sapevo che molti DXers tengono d'occhio queste finestre nella speranza che qualche "rarità" si faccia viva. Grande era il mio disappunto allorché constatavo che queste finestre erano occupate da stazioni europee e americane "ordinarie" impegnate in QSO "locali". Altri chiamavano CQ DX, ma non riuscivano a sentire la mia risposta.
Molti pensano che le finestre DX siano fatte per permettere alle stazioni "ordinarie" di chiamare CQ DX. Questo punto di vista non mi trova d'accordo, perché ritengo che queste finestre siano un "rifugio" per le stazioni DX a debole potenza che desiderano segnalare la propria presenza. In ogni caso, le stazioni "ordinarie" farebbero meglio a non chiamare CQ su queste frequenze, e usarle invece per dare la caccia al DX raro.
Fermo restando 
  che le stazioni DX e le spedizioni DX possono comparire anche su frequenze diverse, 
  le frequenze DX e le finestre DX de facto da tenere sotto controllo sono le 
  seguenti:
    
11. SITUAZIONI 
  CONFLITTUALI
  Non dimentichiamo che noi condividiamo il medesimo hobby con molte centinaia 
  di migliaia di persone e agiamo tutti sul medesimo terreno, cioè l'etere. 
  È inevitabile di quando in quando nascano dei conflitti, e non sarebbe 
  realistico omettere di parlarne: qualche buon consiglio non fa mai male.
Come già detto nel Capitolo 4, SIATE SEMPRE CORTESI. A lungo andare, è il solo modo per affrontare con successo una situazione conflittuale. Consideriamo per esempio il caso limite di un radioamatore che per comodità chiameremo Pippo.
Pippo aveva la fastidiosa abitudine di chiamare CQ e collegare stazioni "ordinarie" europee e americane sui 14195 kHz, che all'epoca era ancora una frequenza DX de facto. Molti DXers ne erano risentiti, e 14195 si trasformava in un caos tutte le volte che Pippo si segnalava, perché la comunità DX non tollerava che costui "monopolizzasse" quella frequenza.
Se analizziamo 
  il caso obiettivamente, possiamo osservare che:
Sono venuto a conoscenza di questa situazione verso la metà del 2003, e in molte occasioni sono stato testimone di come Pippo fosse deliberatamente disturbato da decine di DXers, che senza dubbio trasmettevano al di fuori delle prerogative legali delle loro licenze radioamatoriali.
Diciamolo chiaro e tondo: Pippo si comportava come un radioamatore asociale che di proposito rovinava il piacere altrui, ma le sue azioni rimanevano sempre entro i confini della legalità.
Quale è il modo migliore di comportarsi quando si ha a che fare con un individuo di questo tipo?
Il 12 agosto 2003 chiamai Pippo e per circa venti minuti rimasi a parlare con lui sui 14195 kHz. Durante il QSO venni a sapere che Pippo non gradiva (come minimo) il modo nel quale decine di radioamatori "anonimi" continuavano a disturbarlo, che era stato minacciato di morte (!) per telefono (e la chiamata era stata ricevuta dalla figlia), e così via. Discutemmo anche sul perché dovesse o no continuare a usare 14195 in modo sistematico: terminammo il QSO senza raggiungere alcun accordo, ma per qualche tempo 14195 restò libera dalle trasmissioni di Pippo (che tuttavia ripresero dopo un mesetto: forse era stato sfrattato in malo modo da un'altra frequenza?).
Nel 2005, mentre 14195 era occupata dalla DXpedition a Kure Atoll (K7C), ascoltai Pippo domandare: "is this frequency in use?". Gli risposi prontamente: "Yes Pippo, by K7C, thanks for QSY, 73 from ON4WW", e lui si spostò subito di 5 kHz sotto per fare le sue chiamate. Caso chiuso.
All'inizio della mia carriera radioamatoriale m'imbattei in uno spiacevolissimo incidente sui 21300 kHz. Un famigerato e odioso ON6 era impegnato in un QSO locale proprio al di sopra della frequenza occupata da un'importante DXpedition. Mi segnalai con il mio nominativo, spiegai la situazione e domandai gentilmente di fare QSY se possibile - ne ottenni in risposta espressioni irriferibili. In seguito appresi che quell'ON6 e un ON4 suo sodale erano oggetto di continui disturbi su un ponte in VHF: la loro rozza scortesia derivava forse dall'essere sovente disturbati, oppure ne era la causa?
Ecco un altro esempio di comportamento sconveniente. Due stazioni ON3 (principianti) sono in QSO su un ponte in VHF e uno sta dicendo all'altro che lo ascolta molto bene sulla frequenza d'ingresso: in quel momento interviene un ON4 (veterano) che in modo molto arrogante ordina ai due di togliersi dai piedi perché vuole fare una chiamata. Non bisogna comportarsi così, ma, come detto in precedenza, essere sempre cortesi. L'ON4 poteva sì segnalare la propria presenza, ma doveva tenere in considerazione i ponti ripetitori hanno lo scopo primario di offrire una maggior copertura alle stazioni mobili e portatili. Se per esempio i due malcapitati ON3 si trovavano a percorrere un'autostrada a 120 chilometri all'ora e in direzioni opposte, il loro QSO, se condotto isofrequenza, sarebbe terminato molto presto. Apostrofare i "novizi" con violenza è vergognoso - non dovremmo forse essere gentili con i principianti, e aiutarli a diventare esperti?
In conclusione: siate cortesi. Spesso (anche se non sempre) raggiungerete il vostro obbiettivo. Il che mi porta al capitolo seguente, che in effetti potrebbe rientrare anch'esso nelle "situazioni conflittuali".
12. I POLIZIOTTI 
  
  Finché trasmettiamo legalmente, le autorità ufficiali non hanno 
  ragione d'intervenire. Dalla comunità radioamatoriale ci si aspetta tuttavia 
  una certa forma di "autoregolamentazione", di mantenimento dell'ordine 
  fra le nostre fila. Non che il servizio di radioamatore debba avere una sua 
  "polizia" privata, ma l'autodisciplina è necessaria.
Ritorniamo per 
  un momento al caso dell'amico Pippo. Sono convinto che se avessi tardato anche 
  di soli due secondi a rispondere alla sua domanda ("is this frequency in 
  use?"), uno dei cosiddetti "poliziotti" (cops) sarebbe intervenuto 
  prendendolo a male parole. L'uso di termini quali idiot, lid e via insultando 
  non avrebbe fatto che peggiorare una situazione già di per sé 
  difficile: una persona con il carattere di Pippo, invece di spostarsi di frequenza, 
  si sarebbe sistemata in pianta stabile a 14195, non solo attirando su di sé 
  disturbi a non finire, ma inducendo K7C ad andarsene da lì. Risultato: 
  perdita di tempo e di QSO preziosi grazie ai nostri zelanti poliziotti.
Queste tre categorie di poliziotti hanno una caratteristica in comune: mentre giocano a fare i "tutori dell'ordine" sconfinano nell'illegalità, perché non hanno l'abitudine di identificarsi.
In quali situazioni siamo soliti incontrare la figura del cop?
Un poliziotto gentile e spassionato può correggere il "trasgressore" invitandolo a trasmettere up o down - cerca di aiutarlo, piuttosto che punirlo. Ma esistono parecchie varianti che non suonano né gentili né spassionate, e che pertanto eviterò di citare, perché non è mia intenzione redigere un manuale sui comportamenti da evitare.
Come è possibile aiutare un "trasgressore" in modo imparziale?
Se avete la vocazione del poliziotto, prima di abbracciarla
E se malgrado tutto sentite ancora il bisogno di dimostrare che siete un "bravo poliziotto",
Questo è tutto: qualsiasi altro messaggio potrebbe non essere ben compreso dal trasgressore, che quindi non correggerà il proprio errore, mentre la situazione si farà caotica.
Esempio in CW:
  durante un pile-up in CW, ON4WW chiama per errore sulla frequenza della stazione 
  DX. Trasmettete: "WW up" (o "dwn", a seconda di dove la 
  stazione DX ascolta). Non trasmettete solamente "up", perché 
  probabilmente ON4WW non capirà che quel messaggio è rivolto a 
  lui e di conseguenza persevererà nell'errore. Quasi certamente, inoltre, 
  si sveglieranno gli altri poliziotti, che inizieranno a trasmettere "up 
  up up", con il risultato di provocare una gran confusione. 
Se a "up" o "dwn" aggiungete parte del nominativo del trasgressore, questi capirà che voi vi state rivolgendo proprio a lui e non ad altri. In CW non bisogna trasmettere l'indicativo completo del trasgressore, perché si corre il rischio di coprire in parte la stazione DX.
Certo sarebbe meglio che nessuno si sentisse investito della missione del poliziotto, ma questa è un'utopia. Se si richiama il trasgressore in modo adeguato, sarà possibile riportare l'ordine rapidamente; se invece si usa un linguaggio rozzo, si otterrà un risultato diametralmente opposto, senza alcun vantaggio né per la stazione DX, né per il pile-up. Un buon poliziotto può essere una benedizione, due buoni poliziotti sono già troppi.
I medesimi principi sono validi anche in SSB e RTTY. Trasmettete una parte del nominativo (o addirittura il nominativo completo, in questi modi) seguito dall'istruzione corretta ("listening up" o "down"), e la frequenza della stazione DX si libererà in men che non si dica.
Facendo il DXer, capirete presto che è meglio non reagire affatto ai commenti dei poliziotti. Provate a volgere la situazione da negativa a positiva: continuate ad ascoltare la stazione DX nel mezzo del parapiglia, e in molti casi riuscirete a metterla a log mentre i poliziotti insistono a divertirsi a modo loro.
E non dimenticate che in senso stretto un poliziotto, a meno che non dia il proprio indicativo, trasmette in modo illegale!
13. I NOMINATIVI 
  PARZIALI E I DX NET
  Come già ricordato al Capitolo 3, dovete sempre usare il vostro nominativo 
  completo, a prescindere dal modo di trasmissione.
Su molti DX Net (principalmente in 15, 20 e 40 metri), il MOC (maestro di cerimonia) prende una lista di stazioni che desiderano collegare una stazione DX in quel momento presente sul net.
Per compilare questa lista, spesso il MOC vi chiederà di dare le ultime due lettere del vostro nominativo. Sfortunatamente molti adottano questo sistema (che non solo è scorretto, ma è pure illegale) anche quando chiamano una stazione al di fuori di un'operazione su net. Questa tecnica rallenta il ritmo di lavoro della stazione DX, come ho potuto constatare personalmente quando mi trovavo dall'altra parte del pile-up: una stazione dà per tre volte consecutive le ultime due lettere del proprio nominativo, il suo segnale è molto forte e se chiamasse una volta sola con il nominativo completo, il QSO sarebbe completato in cinque secondi, invece d'impiegarci tre o quattro volte tanto!
In CW questo fenomeno s'incontra raramente, e ancor meno in RTTY. L'esempio più incredibile che mi sia capitato di vivere in prima persona è quello di una stazione che in CW mi chiamava così: "XYK XYK". Aveva un segnale così forte che alla fine ho dovuto lavorarla per riuscire ad ascoltare i segnali più deboli delle altre stazioni. Perciò ho risposto "XYK 599", al che il tizio è venuto avanti con (il nominativo è di fantasia) "Z88ZXY Z88ZXY 599 K": fino a quel momento questo simpatico OM non aveva trasmesso le tre lettere del suffisso, bensì le ultime due lettere seguite da una "K" (invito a trasmettere)! Questo è - in tutti i sensi - un vero spreco di spazio e di tempo.
Un'ultima osservazione: sui DX Net i QSO vengono serviti, diciamo così, su un piatto d'argento. Il MOC spesso offre un "aiutino", ma questo sistema non può essere accettabile per quanti desiderano fare dei QSO two-way. Cercate di fare i collegamenti per conto vostro: ne trarrete maggiori soddisfazioni.
14. L'USO 
  DI QRZ E DEL PUNTO INTERROGATIVO
  Alcune stazioni DX e certi operatori impegnati in spedizioni DX hanno la cattiva 
  abitudine di non identificarsi con sufficiente frequenza. Questo atteggiamento 
  è fonte di problemi.
Il DXer che "spazzola" le bande (soprattutto se non è collegato a un DX Cluster) sente una stazione "anonima" e dopo qualche momento inizia a trasmettere "QRZ", oppure "?", oppure "call?" in CW, e "QRZ", oppure "What's your/his call?" in SSB. Tutto ciò è estremamente fastidioso: certo la stazione DX non può ascoltare la domanda, se lavora in split, mentre le altre stazioni sul pile-up sono disturbate sulla loro frequenza di ascolto. Conseguenza: entrano in azione i poliziotti e ne scaturisce una situazione caotica.
Per evitare il caos, seguite la regola numero uno dell'arte del DX: ascoltate e non fate domande che non vi aiuteranno a capire il nominativo della stazione DX.
Senza contare che, nel caso specifico, "QRZ?" è utilizzato in modo scorretto, perché significa "Chi mi sta chiamando?".
15. COME 
  CHIAMARE DURANTE I CONTEST
  Prima di partecipare a un contest o di chiamare una stazione impegnata in un 
  contest, leggete con attenzione il regolamento di quella specifica competizione. 
  La natura particolare di determinati contest non vi permetterà di collegare 
  tutti indiscriminatamente, ed è imbarazzante chiamare una stazione che 
  in quel momento non può e non vuole collegarvi perché il regolamento 
  glielo vieta (e sovente il software usato dall'operatore addirittura gl'impedisce 
  di mettervi a log). Ecco alcuni suggerimenti:
16. IL DX 
  CLUSTER 
  Un tema controverso: la maggioranza li ama, alcuni no.
Il numero di DX spots sbagliati inviati sul DX Cluster è sorprendente. Quando "spottate" (individuate e segnalate sul Cluster) un DX, controllate il contenuto del messaggio e correggete gli errori di digitazione, prima di premere Invio.
Il DX Cluster ha 
  anche la funzione Announce, che parecchi operatori utilizzano in modo più 
  o meno scorretto - per esempio, per sfogare le loro frustrazioni, lamentarsi 
  o cercare un QSL manager. Ecco alcuni spot e annunci circolati durante la DXpedition 
  a Peter I (3Y0X):
  
- 'I've been calling 
  for 3 hours and still no QSO'
  - 'been listening for 5 hours, not a peep. Bad expedition!'
  - 'bad operators, they have no clue about propagation'
  - 'why not SPLIT?'
  - 'please RTTY'
  - 'BINGOOOOO!'
  - 'New one !!!' '
  - 'My #276 !!!'
  - 'Europe PLLEAASEE'
  - etc. etc.
Tutto ciò non ha senso, il valore aggiunto è pari a zero. Un DX Cluster è un ottimo strumento per segnalare le stazioni DX, punto e a capo. Il campo dedicato agli eventuali commenti può essere usato per fornire informazioni pertinenti (sulla frequenza dello split, sul QSL manager, e così via), conferendo in tal modo un valore aggiunto.
Se volete sapere quale è la QSL info per una determinata stazione, digitate il comando SH/QSL <callsign>. Se il vostro DX Cluster non supporta questa funzione, digitate SH/DX 25 <callsign>: saranno elencati gli ultimi 25 spots relativi alla stazione che v'interessa, e di solito troverete l'informazione desiderata fra i commenti. Ancor meglio, digitate il comando SH/DX <callsign> QSL info: apparirà l'elenco degli ultimi 10 spots relativi a quella stazione con la QSL info nel campo destinato ai commenti. E, dal momento che il Cluster non può sempre fornire le informazioni desiderate, è buona norma consultare i siti Internet specializzati in questo settore.
Non proiettate le vostre frustrazioni sugli altri. Piuttosto, investite tempo ed energie per migliorare la vostra stazione e/o le vostre capacità operative.
Gli spot del tipo "Worked 1st call" e "Worked with 5 W" nulla dicono del segnale della stazione DX, ma rivelano tutto sull'ego di chi immette lo spot.
Non "autospottatevi", e nemmeno usate il campo dei commenti per passare un messaggio personale alla stazione "spottata".
Non segnalate le stazioni pirata: in quanto tali, esse non si meritano alcuna attenzione, ignoratele.
Se segnalate stazioni come l'amico Pippo, cosa pensate possa accadere? Bene, non fatelo.
Riassumendo: immettete DX spots corretti. Non infastidite i colleghi radioamatori con le vostre frustrazioni. A nessuno interessa il vostro stato d'animo, ma tutti apprezzeranno informazioni utili quali la frequenza dello split o il QSL manager. Usate le varie funzioni di un DX Cluster in modo appropriato: se non le conoscete, cercatele: di solito si possono ottenere le istruzioni mediante il comando SH/HELP.
Ricordate che l'intera comunità del DX Cluster legge i vostri spots, e che è molto facile farsi una cattiva (ma anche una buona) reputazione!
E se volete divertirvi un po', raccomandiamo di dare un'occhiata al DX Cluster Monkey Zoo (http://www.kh2d.net/dxmonkey.cfm): il messaggio è chiaro.
17. SUGGERIMENTI 
  SPICCIOLI PER STAZIONI DX E SPEDIZIONE DX 
  Vi piace combinare l'attività radio con una vacanza in famiglia? Oppure 
  lavorate all'estero e fate un po' di radio durante il tempo libero? Oppure, 
  come dice vostra moglie, siete completamente pazzi e preferite spendere il vostro 
  denaro per una DXpedition?
  È possibile che vi ritroviate a trasmettere da un luogo "ricercato", 
  la cui rarità è direttamente proporzionale alle probabilità 
  d'imbattervi nelle situazioni di cui sopra: poliziotti, stazioni che non ascoltano 
  le vostre istruzioni, eccetera. È estremamente importante che voi siate 
  padroni della situazione e la teniate sotto controllo.
Come si fa a essere padroni della situazione e a mantenerla sotto controllo? In effetti non è facile, ma è comunque fattibile. Ecco qualche suggerimento:
Se il pile-up assume 
  proporzioni troppo vaste per voi, potreste decidere di lavorare per continente, 
  per regione o per numeri.
  Lavorare per continente o regione significa chiamare verso un continente specifico 
  (per esempio l'Europa) o una regione particolare (per esempio l'Europa settentrionale 
  o la Costa occidentale degli Stati Uniti), mentre il resto delle stazioni sul 
  pile-up devono rimanere in attesa.
  Lavorare per numeri significa chiamare unicamente le stazioni il cui indicativo 
  contiene la cifra da voi specificata (da 0 a 9).
  
  In generale questo metodo non è consigliabile, perché implica 
  che una gran quantità di operatori (il 90% se lavorate per numeri!) se 
  ne deve stare in silenzio, aspettando ansiosamente che arrivi il proprio turno 
  - senza garanzia alcuna che voi chiamerete il loro continente o numero, perché 
  potreste fare QRT da un momento all'altro. Donde il loro nervosismo, e le persone 
  nervose posso trasformarsi in fretta in sgradevoli poliziotti. 
  
  Detto questo, c'è da aggiungere tuttavia che questo metodo per gestire 
  un grosso pile-up può aiutare gli operatori ancora poco esperti.
  L'unico vero vantaggio nel chiamare per continente o regione è che in 
  questo modo le aree sfavorite dalla propagazione hanno la possibilità 
  di lavorarvi.
Ecco qualche consiglio da tenere a mente quando si lavora per continente o regione:
Ecco qualche consiglio da tenere a mente quando si lavora per numero:
Oltre a lavorare per continenti/regioni o per numeri, alcuni operatori provano a lavorare per Paesi. Voi non fatelo, nella maniera più assoluta, perché attirereste su di voi i poliziotti di tutte le nazioni in attesa. Certamente non riuscireste a chiamare tutte le Entità DXCC, perciò per quale motivo impiegare una tecnica così sciocca?
Già nel 1994 Wayne Mills, N7NG aveva pubblicato un manuale molto ben scritto, DXpeditioning Basics, del quale però sono venuto a conoscenza solo nel giugno 2010. È un testo indispensabile per le stazioni DX e per quanti vanno a fare una spedizione DX, lo potete trovare QUI e QUI. Vorrei averlo letto prima!
Un'osservazione finale: uno dei punti fondamentali nella gestione del pile-up è mantenere costantemente il medesimo ritmo. Se ci riuscite, voi e il pile-up sarete molto più rilassati, e (altro aspetto importantissimo) vi divertirete molto di più!
18. MISCELLANEA
  I clicks di manipolazione CW e i segnali sovramodulati in SSB sono estremamente 
  fastidiosi. Se il vostro apparato ne produce, apportate o fate apportare le 
  modifiche necessarie - i colleghi radioamatori ve ne saranno grati! Assicuratevi 
  che le vostre trasmissioni siano "pulite".
Il codice Q e il codice numerico (73, 88) servono per sintetizzare alcune domande/risposte e altre frasi al fine di renderne più facile e veloce la ricetrasmissione in CW. In linea di principio non dovrebbero appartenere al lessico dei QSO in fonia (SSB, AM, FM): perché usare "73" quando si potrebbe comodamente inviare saluti cordiali dicendo "many greetings" o "best regards"? Trovate un ragionevole compromesso e non abusate di queste espressioni durante i collegamenti in fonia.
In fonia dire "73s" (plurale di 73) è scorretto e ridondante, perché "73" al singolare significa già "saluti cordiali". E inoltre, avete mai provato a trasmettere "73s" in CW?
Se una stazione DX trasmette in CW a una velocità troppo elevata per voi ma volete a tutti i costi fare il collegamento, ricorrete a una risorsa esterna quale un software per la decodifica, che vi aiuti a capire il contenuto delle trasmissioni altrui. In caso contrario si perderà molto tempo a completare il QSO, perché, non riuscendo a comprendere quanto viene trasmesso, non reagirete in modo pronto e opportuno. Tenete sempre a mente che parecchie altre stazioni sono in attesa del loro turno! Con il tempo e con molta pratica migliorerete gradualmente la vostra capacità di copiare senza difficoltà le trasmissioni CW a velocità elevata, senza far più ricorso al software.
"QSO not in log": se ricevete regolarmente delle QSL restituite al mittente con questa dicitura, significa che è arrivato il momento di migliorare la vostra pratica operativa. La parola chiave è ascoltare: se non riuscite a copiare una stazione, perché chiamarla? Leggete e rileggete questo documento, cercate di metterne in pratica i consigli e "not in log" non sarà più un'espressione ricorrente.
A proposito di QSL, la massima è: "The final courtesy of a QSO is a QSL". Alla maggior parte dei radioamatori fa piacere aggiungere la vostra cartolina QSL alla loro collezione, ad altri tuttavia la cosa non interessa. A livello personale, è per me un punto di orgoglio rispondere a tutte le QSL (tanto di radioamatori quanto di SWL) che mi arrivano tramite il bureau o via diretta. In Belgio siamo fortunati, perché l'uso del QSL bureau è compreso nella quota associativa annuale che versiamo alla UBA (Union Royale Belge des Amateurs-émetteurs), e pertanto spedire e ricevere QSL è per noi estremamente economico. Non tutti i radioamatori sono così fortunati; il sistema dei QSL bureaux varia da Paese a Paese e in certi casi l'uso di questo servizio non è affatto a buon mercato. Tenetene conto quando spedite una QSL, e in ogni caso informatevi (magari consultando il sito web della IARU) se nel Paese che v'interessa il QSL bureau esiste ed è funzionante. In caso contrario, potreste prendere in considerazione la possibilità di spedire la vostra QSL via diretta insieme a una SAE (Self Addressed Envelope: busta preindirizzata) e i fondi necessari per la copertura delle spese postali di ritorno, per esempio un IRC (International Reply Coupon: buono di risposta internazionale)
Un altro sistema prevede la conferma elettronica dei collegamenti, per esempio tramite il Logbook of The World (LoTW) dell'ARRL (American Radio Relay League). In questo modo le QSL cartacee non sono più necessarie, ma personalmente mi sento ancora attratto dalle cartoline vecchio stile sistemate nelle scatole da scarpe!
Alcune stazioni DX usano un QSL manager cui delegare la conferma dei collegamenti, perché di solito preferiscono impiegare il tempo facendo QSO piuttosto che compilare QSL, un lavoro lungo e noioso. Esistono parecchi siti Internet sui quali trovare tutte le informazioni relative ai QSL managers: ne segnalo uno per tutti, www.qrz.com, sovente citato durante i QSO.
Una nota sulle Associazioni nazionali dei radioamatori. Durante la seconda guerra mondiale le licenze radioamatoriali furono revocate e gli apparati messi sotto sequestro. Sapete chi è stato, a conflitto terminato, a fare in modo che i radioamatori fossero nuovamente operativi? Le varie Associazioni nazionali facenti parte della IARU. Queste organizzazioni non-profit sono le sole ad avere sufficiente peso per porsi come interlocutori ufficiali con le autorità governative che ci permettono di svolgere la nostra attività. Affinché le Associazioni nazionali siano forti, è importante che v'iscriviate alla vostra - l'unione fa la forza, giusto? A quanti vivono in Paesi che non hanno un sistema di QSL bureau economico dico che forse è giunto il momento di domandare alla vostra Associazione: come mai in Belgio (e non solo in Belgio) è possibile e da noi no? E infine, perché non prendete in considerazione la possibilità di lavorare come volontario in seno al vostro Sodalizio nazionale?
Numerose risorse e fonti informative relative all'attività radioamatoriale e al DX sono disponibili su Internet: 425 DX News, l'Ohio/Penn DX Bulletin, l'ARRL Propagation Bulletin, eccetera - basta interrogare un motore di ricerca per ottenere un elenco molto nutrito.
Imparate il Band Plan IARU per la vostra Regione e quali sono le bande di frequenza autorizzate nel vostro Paese: stampatene una copia da tenere sempre sotto mano.
Per evidenti ragioni, 
  i nominativi citati in questo documento sono fittizi.
E se volete ridere un po', date un'occhiata alla pagine dedicata al "Dawg X-ray Club" ("the only DX-club you don't want to belong to") da Fritz Sommer, DL4TT (http://www.qsl.net/dl4tt/DawgX-rayClub.html).
19. IN CONCLUSIONE
  È la storia di un giovane radioamatore che all'inizio aveva mezzi molto 
  limitati ed era già contento se riusciva a fare un solo QSO con una spedizione 
  DX importante. Con una stazione low power (anche se alcuni fanatici sostenevano 
  il contrario) ha lavorato più di 300 Entità DXCC - nessun segreto, 
  solo la ferma volontà di mettere a log il new one.
All'epoca questo significava spulciare i bollettini DX su carta e stare in ascolto in 2 metri sul canale DX per capire cosa i veterani riuscivano a sentire con un parco antenne migliore. E poi notti insonni, ore e ore consumate cercando di fare un solo QSO, peraltro senza riuscirci. E ancora altre ore trascorse a chiamare fino a "bucare" il pile-up - o forse no, meglio riprovare il giorno dopo, magari prendendo un giorno di ferie dal lavoro per stare dietro al new one.
Il ragazzo di allora è rimasto un "piccolo" radioamatore. Quando un altro DXer lo va a trovare, immancabilmente esclama: "Accidenti, ma è qui tutto quello che hai? Davvero hai lavorato tutto quel DX con nient'altro che questo?"
Effettivamente, quando la voglia di lavorare il DX è grande uno si sforza di trovare il modo di mettere su una stazione il più possibile efficiente e competitiva. Ma per riuscire non è obbligatorio possedere una megastazione, è più importante avere il "manico": una buona pratica operativa è la chiave del successo.
Sono sovente stuzzicato 
  dall'idea di far vedere a quanti si piangono addosso come mettere a log un QSO 
  difficile, invece di starsene lì a lamentarsi e sfogare le proprie frustrazioni 
  su un DX Cluster.
"Get a life, and work DX". Come disse una volta un grand'uomo, "DX IS!"
Buona fortuna con i new ones sulle bande! Spero che i miei suggerimenti possano aiutarvi a migliorare un po' il livello della vostra pratica operativa. E se non riuscite a passare su un pile-up, potete sempre chiamare me.
Non dimenticate 
  che tutti, compreso il sottoscritto, commettono degli errori. Se mi cogliete 
  in fallo, sorridete e non sparate sul pianista - cercate invece di far meglio 
  di lui.
Vi auguro di ottenere ottimi risultati e divertirvi sulle bande! Ringrazio gli amici coinvolti in questo progetto.
La traduzione italiana è stata gentilmente fornita da'll ARI (Associazione Radioamatori Italiani). Grazie Valeria e Mauro!
73 - Mark - ON4WW.
  (Aprile 2006)
p.s.: Sarò lieto di conoscere il vostro parere su questo documento - se vi è stato utile, se ritenete si debba aggiungere qualcosa, e così via.
Potete spedire i vostri commenti a:
Grazie!
Per il Belgio, il copyright 
  di questo articolo è stato concesso in via esclusiva alla UBA (Union 
  Royale Belge des Amateurs-émetteurs), lassociazione nazionale aderente 
  alla IARU.
  Per l'Italia, il copyright di questo articolo è stato concesso in via 
  esclusiva all'ARI (Associazione Radioamatori Italiani)